Quantcast
Channel: L'Osceno Desiderio
Viewing all 102 articles
Browse latest View live

LOOKING FOR MR. GOODBAR (1977) Richard Brooks

$
0
0

Provo una strana sensazione a (ri)guardare per l'ennesima volta"In Cerca di Mr. Goodbar". Qualcosa di strisciante, subdolo, che mi si attacca addosso. A parte il fatto che è un capolavoro cupo e disperato, financo inaspettato da un professionista come Brooks (vabbè, "Blackboard Jungle","The Professionals", tanto per citarne due), uno rigoroso, quadrato, uno storyteller nel vero senso della parola, qualità che gli ha permesso di passare indenne dal sistema "classico" degli studios alla produzione indipendente della New Hollywood, ma è proprio il fatto di trovarmi di fronte ad una sorta di coming of age al contrario che mi lascia ammutolito a fine visione. Ogni volta. Che la storia della giovane insegnante in una scuola per sordomuti sia tratta da un fatto realmente accaduto, a questo punto, nulla aggiunge ad una pellicola che potrebbe fare chilometri e chilometri sulle proprie gambe, senza stampelle o supporti di alcun tipo. Certo c'è il libro (ottimo) di Judith Rossner da cui è tratta, a fare da ponte levatoio, ma a conti fatti,"Looking for Mr. Goodbar" pellicola è una fortezza dura e inespugnabile che ha il proprio centro in Diane Keaton e in quell'appartamento che diventa prigione e buco nero capace di imprigionare e risucchiare la sua occupante.



Theresa Dunn cerca di trovare una via d'uscita da una vita opaca e opprimente con il sesso e con la droga, incontra uomini nei locali, se li porta a casa, se li scopa, ma al mattino se ne devono andare fuori dalle palle. Regola unica e insindacabile della casa. Neanche la presenza e la nascita di una specie di rapporto malato con Tony (un grande Richard Gere, doppiato da Giannini) sono in grado di "soddisfarla", di farla passare "dall'altra parte", di farle dimenticare le sue origini e il suo soffocante desiderio di emancipazione. Così gli incontri occasionali continuano. Continuano fino ad uno dei più grandi, deliranti, isterici finali del cinema anni settanta. E non solo.

Brooks è implacabile. Restringe sempre di più il cerchio intorno alla sua protagonista fino a rendere quasi palpabile e "insopportabile" (termine che va preso un pò con le pinze) il senso di abbandono e, si, di morte che si respira in quel monolocale, aiutato da un grandissimo direttore della fotografia come William A. Fraker (da vedere il suo "A Reflection of Fear", 1973), maestro nel ricreare un universo buio, cupo, fangoso, con pochissime oasi di luce.

E poi, Diane Keaton. Di bellezza incommensurabile (almeno per me e in questo film), doppiata da Livia Giampalmo e presenza di una sensualità (lo so, è un termine del cazzo, ma "arrapante" non può rendere veramente l'idea) che esce di peso dallo schermo e ti trascina dentro, senza possibilità di fuga. Tanto da dare dei punti financo a Tuesday Weld, il che è tutto dire. Bellissimo. Dvd Paramount qui. OST qui. INTERPRETI: Diane Keaton, Richard Gere, Tuesday Weld, William Atherton, LeVar Burton, Tom Berenger, Richard Kiley, Priscilla Pointer, Alan Feinstein.





THE TOY BOX (1971) Ronald Victor Garcìa

$
0
0


Questo curioso "La Scatola dei Giochi Erotici" (1971) porta la firma "insospettabile" di R.V. Garcìa, insospettabile perchè oggi è uno stimato direttore della fotografia e regista di una valanga di serie Tv, mentre ai bei tempi dell'exploitation dura e pura (più o meno) è stato autore di simpatiche chincaglierie da sale sporche e puzzolenti quali "The Pleasure Machine" (1969), "Inside Amy" (1975) e "The Toy Box" (1971) che tra quelli nella cesta è il più delirante e sordido.

Una coppia di spiritati pseudo-hippies (Evan Steele/Sean Kinney e Ann Myers/Ann Perry) procura allo zio mummia vivente (nel senso che se ne sta seduto immobile su una sedia) del materiale umano che per ottenere una misteriosa ricompensa contenuta nella famigerata "scatola dei giocattoli" deve prodursi in performances sessuali. Più o meno così. Non che ci sia nulla di particolarmente depravato. Almeno nella versione originale, mentre la copia italiana risulta pesantemente rimaneggiata e insertata con sequenze hard di diversa provenienza, troncando (quasi) tutto il prologo e i titoli dei testa (una delle cose migliori del film) cominciando di fatto con l'arrivo dei due protagonisti nella magione dello zio. Niente di nuovo. A parte il fatto che si perde proprio il senso ultimo della pellicola, con i giovani che vengono in qualche modo manipolati dal grande vecchio, molto probabilmente un alieno o l'emissario di una sconosciuta "forza superiore" che vuole sperimentare con il sesso, la versione originale è folle e sgangherata come solo certi prodotti del cinema marginale possono essere, un mix tra psichedelia spiccia e i fumetti sexy/horror di marca seventies con molti nudi e scene di sesso in cui i protagonisti sembrano più impacciati che arrapati. 

Grandi apparizioni di Neola Graef e Uschi Digard (quest'ultima alle prese con un letto molto particolare) entrambe uncredited e la splendida Debbie Osborne in versione "gigante" e strafatta che vale il prezzo del biglietto, almeno per gli amanti di simili prodotti. "A Pandora's Box of Freudian Depravity", vedete un pò voi. Dvd Something Weird Video in double bill con "Toys Are Not For Children"qui. INTERPRETI: Sean Kenney, Ann Perry, Debbie Osborne, Jackie King, Casey Larrain, Marie Arnold, Kathie Hilton.


FUNERAL HOME (1980) William Fruet

$
0
0

Vecchia visione su vhs Paragon, questo "Funeral Home " aka "Cries in the Night" dello specialista William Fruetè un'operina con molti difetti e tempi morti (oops) ma si ritaglia una bella nicchia nel mio pantheon cinematografico per svariati motivi. Prima di tutto perchè starreggia Lesleh Donaldson, poi perchè c'è Lesleh Donaldson e soprattutto per la presenza di Lesleh Donaldson, splendida ninfetta canadese del cinema horror early eighties

Vabbè. In ogni caso il film di Fruet, che è un autore che il sottoscritto apprezza molto in ambito canuxploitation, può vantare, se non altro, una certa atmosfera opprimente e cimiteriale esaltata dalla bellissima partitura di Jerry Fielding e l'interpretazione spiritata di una professionista di lungo corso come Kay Hawtrey, che sembra sempre sull'orlo di una crisi di nervi forse perchè l'esaurimento nervoso le venne sul serio durante le riprese a causa del suo rapporto non proprio idilliaco con il regista, almeno secondo la testimonianza della Donaldson. Cose che succedono.





I problemi della pellicola di Fruet sono altri e risiedono tutti nel manico, ovvero in una sceneggiatura che guarda da lontano"Psycho" e "Non Aprite Quella Porta", il che non è un male, non avendo però il coraggio o la voglia di camminare con le proprie gambe, finendo così per diventare una fotografia un pò sbiadita. Ma non è un grande problema, almeno per me. Scremando il latte, alla fine"Funeral Home"è una sorta di bizzarro coming of age (Lesleh aveva quindici anni ai tempi) capace di sfruttare al meglio le bellissime locations e un finale un pò telefonato ma triste e malinconico quanto basta. 













Dvd qui, ma la qualità video (come potete vedere) non è il massimo, anzi, ancora un pò è meglio la vhs. Più o meno. INTERPRETI: Lesleh Donaldson, Kay Hawtrey, Barry Morse, Alfred "Al" Humphreys, Harvey Atkin, Peggy Mahon, Stephen E. Miller, Doris Petrie.










THE GODSEND (1980) Gabrielle Beaumont

$
0
0



Che strano film questo "The Godsend" della regista inglese Gabrielle Beaumont, tratto da un discreto romanzo di Bernard Taylor. La recente visione del Blu-rayShout! Factory, in accoppiata con la sublime serie B in odore di Z di"The Outing", rivela una pellicola bizzarra, imprendibile, che cerca di arraffare il possibile dalla "nobile" serie "Il Presagio" ma nello stesso tempo se ne distacca cercando la strada (ardua) del cinema da camera più intimista. Si vabbè, vi sto raccontando un sacco de fregnacce perchè parliamo pur sempre di serie B, anche se non così scalcinata e cialtrona (fu una produzione Cannon, nientemeno).

Ricapitolando, "The Godsend" mette in scena un dramma terribile: una tranquilla coppia si ritrova la prole sterminata dalla figlia adottiva, una piccola bastardella biondo platino gentile regalo di una misteriosa donna incontrata durante una gita nella campagna inglese (una spettrale Angela Pleasence). Comunque, la peculiarità della pellicola sta tutta da un'altra parte, ovvero nell'incredibile aplomb con cui i due coniugi (Malcolm Stoddard e la bella Cyd Hayman) affrontano la progressiva dipartita dei figli legittimi, fino a quando il padre non si rompe le palle e decide di prendere a calci in culo l'insopportabile mocciosa. Fine.

Non è proprio così. Il film della Beaumont (una valanga di Tv, tra cui "Death of a Centerfold: The Dorothy Stratten Story" con Jamie Lee Curtis,"Hammer House of Mystery and Suspance, ma soprattutto "Beastmaster III") ha una sua fiera dignità che lo eleva al di sopra dei vari cheapies del periodo, vuoi per la regia elegante, vuoi per la fotografia naturalistica di Norman Warwick e lo score puntuale di Roger Webb, vuoi per una certa aria morbosa che, bene o male, si respira per tutta la durata, probabilmente il pregio maggiore di un'operina che cerca di evitare come la peste effetti ed effettacci concentrandosi più sull'atmosfera minacciosa e paranoica che lo script di Olaf Pooley vorrebbe evocare, rimandando la spettatore a ripassarsi "Il Villaggio dei Dannati". Missione non completamente riuscita, ma il "moderno miracolo" del Blu-ray, se così lo vogliamo chiamare, gioca a favore di "The Godsend" restituendo un transfer in 1.78:1 veramente pregevole. Insomma, il film non si è mai visto così bene. Non è poco.




Solo per appassionati. In ogni caso, Blu-ray da queste parti. INTERPRETI: Cyd Hayman, Malcolm Stoddard, Angela Pleasence, Patrick Barr, Joanne Boorman, Wilhemina Green, Angela Deamer, Lee Gregory, Piers Heady.








DEADLY EYES (1982) Robert Clouse

$
0
0

Mi piacciono molto i film con i topi di fogna che si incazzano e fanno un macello in città, per cui questo"Deadly Eyes/Occhi della Notte" si è sempre trovato in cima ad una mia ipotetica top-five del cazzo sui roditori assassini. In realtà, il film di Clouse (proprio lui, l'autore de "Il Branco"originale nonchè colui che contribuì a rendere il Piccolo Drago una leggenda) è la trasposizione cinematografica de "I Topi"del sommo James Herbert, che non gradì l'operazione bollandola senza mezzi termini con un lusinghiero "terrible... absolute rubbish."

Ok, non è certo un capolavoro e non sono qui a dire che il vecchio James abbia sparato una cazzata. Si, però ci sta un però grande quasi come uno dei toponi della pellicola, perchè "Deadly Eyes", "The Rats", "Night Eyes" o semplicemente "Rats" o come volete chiamarlo è un filmetto che mantiene tutte le promesse che ci si può aspettare da un'operazione  che sfoggia questi titoli. Quindi, topi di fogna giganti che scannano parte della popolazione di un agglomerato urbano, in questo caso Toronto, con conseguente reazione dei personaggi più carismatici, ovvero quelli che riescono a prendere a calci in culo le malefiche creature senza lasciarci la pelle. Purtroppo, Scatman Crothers non è uno di questi, ma ci possiamo consolare con Sam Groom e la splendida Sara Botsford (che si concede pure una scena di sesso non proprio castissima), insegnante il primo, ispettrice sanitaria la seconda, indirettamente responsabile dell'infestazione nel momento in cui ordina la distruzione di una partita di grano alterato con steroidi, fonte primaria di approvvigionamento per i ratti.

I primi segni del pericolo in agguato sono una serie di attacchi mordi e fuggi (tra cui un infanticidio) condotti con la mano sicura di un professionista della portata di Clouse, ma il pubblico ha sempre bisogno di qualcosa in più e il buon Robert sa come giocare con la platea, per cui non ci mette molto a scatenare l'orda malefica contro gli stessi, ipotetici fruitori di questo cinema "basso" e degenere, allestendo il massacro principale all'interno di un cinema in cui si proietta "L'Ultimo Combattimento di Chen/Game of Death"(1978), citando prima di tutto "Blob" e "The Tingler"e poi pure sè stesso. Senza alcuna vergogna. A questo punto, "Deadly Eyes" si trova a un passo dal confine con la serie B più becera, anzi sembra quasi di avvistare gli agenti dell'immigrazione, ma il mestiere, quello vero, senza fronzoli, reclama a gran voce quella dignità del cineasta capace di gestire tutti i generi senza paura o complessi di inferiorità, riportando di fatto la pellicola sul terreno più sicuro del cinema di intrattenimento, soprattutto con le scene nel tunnel della metropolitana, in cui i soliti politicanti rompicoglioni sono presi di mira dai topi e costretti ad allontanarsi a piedi dai vagoni fermi. Scena che tra l'altro ricorda una situazione analoga in "Relic" (1997) di Peter Hyams.

Non si butta via niente e se c'è qualcosa da rimproverare alla produzione è la scelta di aver usato dei bassotti come controfigure dei ratti giganti, nel senso che i cani indossano dei "costumi" da topo, roba da mettersi le mani in faccia e picchiare la testa contro il muro. Tanto che uno dei cani ci crepò, sul set. Altra epoca, fortunatamente. 

Menzione speciale alla coppia di dirty girlsLisa Langlois e, udite, udite, Lesleh Donaldson, che ammiccano dalla schermo con la simpatia propria delle zoccole dal cuore d'oro, più o meno. Il film non c'entra un cazzo con il libro di Herbert, per cui sono entrambi godibili, senza dover fare scomodi paragoni. Combo DVD/Blu-ray, qui. INTERPRETI: Sam Groom, Sara Botsford, Lisa Langlois, Lesleh Donaldson, Scatman Crothers, James B. Douglas, Cec Linder. 























DEATH ROW'S 80 TIME WARP

$
0
0
Segnalo, in notevole ritardo, l'ottima iniziativa del collega Death, titolare del sito Death Row - Il Braccio della Morte, ovvero Death Row's 80 Time Warp, che già dice tutto con il titolo. Death è uno che non perde tempo e va subito al sodo, in questo caso il cuore pulsante del miglior cinema anni 80, senza fronzoli o cazzate varie.

Se amate certo cinema, dategli un'occhiata. In questo momento, sugli schermi di Death, la recensione del capolavoro "maledetto" di Friedkin,"Cruising" con Al Pacino. 

www.ilbracciodellamorte.com









SISTER HELL (2015) Fredrik S. Hana

$
0
0

Molto bene, ho visto questo corto norvegese diFredrik Hana e devo dire che mi è piaciuto molto. Mi è piaciuta molto soprattutto la protagonista, Johanna Knudsen Rostad, un mix tra Anita Strindberg e Anitona Ekberg che lasciala perdere. Questo è amore a prima vista, ragazzi.

Comunque, cazzate a parte,"Sister Hell"è una cosetta bizzarra che mischia il genere conventuale con tocchi di delirio assoluto che non può che fare la felicità degli amanti del cinema "osceno". Una giovane suorina di clausura va a messa, raccoglie le offerte ma nell'intimità della sua stanzetta si ripassa un diario segreto in cui ha appiccicato ritagli di tette e culi che idealmente vorrebbe "indossare" al posto della sua scomoda divisa. Beccata in flagranza di reato dalla madre superiora, la sorella è costretta a bruciare il frutto del peccato ma la penitenza non è prevista dal suo personalissimo codice morale, per cui ruba i soldi delle offerte per regalarsi una chirurgia plastica da discount (vedere per credere) ed esibirsi come pole dancer in localacci frequentati da biker cazzari.

Capito l'antifona? Nella seconda parte "Sister Hell" ha l'arroganza di trasformarsi in un'altra cosa ancora, una follia con echi del Ken Russell de "I Diavoli" (ma anche di"China Blue") e dell'exploitation messicana alla Moctezuma (il mai dimenticato e bellissimo "Alucarda") senza vergogna e senza preoccuparsi di plausibilità o paraventi autoriali. Non è un capolavoro, non cambierà la scena horror attuale, ma Hana fa un pò quello che cazzo gli pare, ha un certo gusto per le inquadrature e, complice la breve durata, riesce a portare a casa un'operina per molti versi sorprendente e molto, molto esploitativa. That's Exploitation, o Nunsploitation, se volete. Anche se i bersagli da dileggiare sono facili anzichenò. Preti e suore in fregola sono stati da sempre la portata principale in ogni cinematografia degenere che si rispetti. E qui chiudiamo il cerchio e torniamo alla splendida Johanna, burrosa e suadente come poche, che ben figurerebbe in un ipotetico, improbabile e pure non richiesto remake di "Suor Omicidi". Vabbè. Per chi fosse interessato questo è il sito di riferimento, comunque vi posto il corto proprio qui sotto. INTERPRETI: Johanna Knudsen Rostad, Thomas Aske Berg, Lene Heimlund Larsen, Anders Hommersand, Oliver Hohlbrugger.



SISTER HELL (short film, 15 min) from BLÆST on Vimeo.

FULCI LIVES!!!

$
0
0

















Vent'anni senza Lucio. 
Si è detto e scritto tutto e il contrario di tutto, inutile aggiungere un trombone all'orchestra. Nell'attesa di proporre un vero omaggio al maghetto, tra ritardi vari, burocrazia e diritti d'autore è più di un anno che sono (siamo) fermi in una sorta di limbo/purgatorio degno de "L'Aldilà", segnalo, in ritardo, le ristampe in vinile a cura della Death Waltz Records/Mondo Tees delle colonne sonore dei film storici di Lucio. (Bellissimo l'artwork di "Quella Villa Accanto al Cimitero" a cura di Graham Humphreys.)












THE BOY (2015) Craig William Macneill

$
0
0

Un motel tagliato fuori dal mondo, padre e figlio che vivono un'esistenza ai limiti dell'isolamento, animali morti, omicidi. Se vi viene in mente un certo film che inizia per P e finisce con sycho, avete ragione. Potrete trovare tutto questo nell'esordio di Craig Macneill, tratto da un romanzo di Clay M. Chapman che non ho letto, quindi non posso dire nulla per quanto riguarda l'adattamento.

Quello che posso dire su questo"The Boy"è che alla fine, mi è piaciuto, senza esagerare. Ricapitolando, il giovane Ted (Jared Breeze) vive con il padre (David Morse, al solito bravissimo) gestore del motel Mt. Vista, un posto di merda dove non passa nessuno. L'unico passatempo del bambino è quello di raccogliere gli animali spappolati lungo la strada, per intascarsi qualche decino destinato all'acquisto di un biglietto del bus che lo porterebbe dritto dalla madre. Si, solo che c'è qualcosa che non va. E' lo stesso ragazzino a causare quegli incidenti, seminando pattume e rimasugli di cibo. Così quando un cervo viene travolto da un'auto di passaggio con Rainn Wilson a bordo, le cose cominciano ad andare a puttane.

Quello che funziona in "The Boy"è l'andamento sonnacchioso, quasi statico che ben rappresenta il ritmo soporifero della vita dei protagonisti, una routine quasi mortale che si riesce quasi a toccare con mano e che paradossalmente rischia di nuocere al film stesso, come se Macneill stesse giocando contro di sè. Certo questo potrebbe essere un problema, nel senso che qualcuno potrebbe rompersi i coglioni non di poco. Vero. Ma quello che riesce a mettere in scena "The Boy", se solo gli si regala una possibilità, è una tristezza infinita e una rabbia sepolta e soppressa pronta ad esplodere e a distruggere tutto quello che si trova nelle vicinanze. Non è poco.

Macneill non crede nell'exploitation (ahimè), è abbastanza arrogante da mantenere il tutto sotto una certa patina autoriale che forse piacerà più a certi salotti psicanalitici, ma il film è comunque valido, almeno per le magnifiche prove dei tre protagonisti, con un bambino sadico e solo molto credibile e il gruppo di giovani in fregola da prom night forse più antipatico e rompicoglioni che abbia visto sulle scene da un pò di tempo a questa parte. Prodotto da Elijah Wood. Blu-ray qui. INTERPRETI: David Morse, Jared Breeze, Rainn Wilson, Mike Vogel, Bill Sage, Zuleikha Robinson, David Valencia, Aiden Lovekamp.






HOPPING DOWN THE BUNNY TRAIL (1980)

$
0
0

Ecco una bella storiella per Pasqua. Nonostante l'ombra ingombrante del banner "approved by the comics code" sulla cover di questo Unexpected 202 del settembre 1980 (DC), Hopping Down The Bunny Trail si porta a casa la pagnotta senza porsi troppi problemi di carattere "morale". Nel senso che con questa perfida gemma di Michael Uslan (script) e Teny "Tenny" Henson (art) i bambini dovrebbero essere sistemati, almeno per un pò. Si scherza. Thanks a Ed Tonner per il materiale!!!

Cliccate sull'immagine per ingrandirla, se avete voglia.











THE SINFUL DWARF (1973) Vidal Raski

$
0
0


Ebbene sì, anche "The Sinful Dwarf"è uscito in Blu-ray. Chi se frega, direte in molti. Giusto. Ma lasciatemi dire che per quanto mi riguarda è stato un vero "piacere" poter rivedere il film del misterioso ( e forse mai esistito) Raski in una nuova, in verità non proprio nuovissima vista la precedente release in Dvd, veste che scalderà i cuori degli amanti dell'exploitation dura e pura. Quella vera, sporca e lurida che non lascia possibilità di scelta.




Si può dire tutto su "Dvaergen", ma non che non si impegni ad esibire una fiera di quello che gli americani definiscono sleazy, un campionario di depravazione che colpisce lo spettatore da peep show non tanto per quello che mostra effettivamente (con quello che gira nel deep internet, l'aggettivo "estremo" diventa quasi una barzelletta) ma per l'atmosfera torbida, opprimente, bestiale, malata che si respira a pieni polmoni in quel bed and breakfast gestito da madre e figlio. E qui, per forza di cose, non si può glissare su una delle coppie più fottute della cinematografia seventies presa nella sua totalità, Lila Lash (Clara Keller) e il suo pargolo Olaf(Torben Bille). Quando li vediamo accogliere (per modo di dire) una simpatica coppietta in cerca di una sistemazione cheap, ci si ritrova subdolamente nel territorio instabile dell'attrazione/repulsione. Che gentaglia, ragazzi.









Che poi l'alberghetto sia in realtà un centro di spaccio e prostituzione in cui delle ignare ragazze vengono drogate, incatenate e costrette a prostituirsi (il film gira anche nella sua brava versione hardizzata) non è rivelazione tale da lasciare a bocca spalancata, perchè a quello ci pensano i siparietti alcolizzati della madre e le faccette di Olaf, il mitico, repellente nano peccaminoso conosciuto come Torben Bille che, come narra la leggenda, forse impalmò la protagonista femminile di questo capolavoro, la burrosa Anne Sparrow (molto figa) o forse no. Ma non divaghiamo. Se cercate un bigino del cinema anni settanta più ignorante e "repellente", non lasciatevi scappare questo "The Sinful Dwarf", "The Dwarf", o"Abducted Wife" come lo battezzò il grande Harry Novak. Credo che il "cinema dei nani" con tutta quell'aria da "politically incorrect" che si porta dietro, sia una branca del cinema a cui dedicare una certa attenzione, da "Freaks" fino a "Anche i nani hanno cominciato da piccoli"di Herzog.

 Vabbè, Blu-ray Severin con una bella pera di extra qui. C'è anche il pupazzo!!! INTERPRETI: Torben Bille, Anne Sparrow, Clara Keller, Tony Eades, Jeannette Marsden, Jane Cutter, Lisbeth olsen, Werner Hedman.






THE HOT BOX (1972) Joe Viola

$
0
0

"The Hot Box"è uno dei miei wip preferiti nel mucchio selvaggio delle produzioni New World. Essenziale, veloce e molto esploitativo. E non potrebbe essere altrimenti viste le direttive del padrone di casa Roger Corman, cinematografaro di quelli che non amava perdere tempo e denaro in pipponi o cazzate varie. Sceneggiatura di Jonathan Demme (anche regista della seconda unità, biglietto da visita che lo portò poi a girare"Femmine in Gabbia/Caged Heat", 1974) e Joe Viola (l'immarcescibile"Angels Hard As They Come") previo trattamento scritto in un pomeriggio per dare quadratura ad un accordo produttivo con Cirio Santiago, di stanza nelle Filippine.


Si parte con il pilota automatico. Il rivoluzionario Flavio (Carmen Argenziano) porta un bambino in fin di vita nell'infermeria del villaggio, ma non c'è niente da fare. Mancano medicinali e personale qualificato. Così su due piedi, decide di porre fine a questa situazione incresciosa nell'unico modo possibile per i canoni della New World, sempre attentissima a infilare un bel sottotesto sinistrorso nelle sue produzioni: rapire le infermiere che prestano servizio ai ricchi e potenti. Quindi, durante una gita con un gruppo di sfigatissimi dongiovanni, le quattro fighe vengono portate via di peso dall'idillio per essere poi cedute ai rivoluzionari. Ora, è lecito pensare che il film si trasformi in un orgia di stupri, violenze e torture. Ma non è così. Flavio vuole che le infermiere insegnino davvero ai suoi uomini i rudimenti del primo soccorso e non ci pensa nemmeno a maltrattare (troppo) le bellissime conigliette, per cui già si comincia a capire dove andrà a parare il vecchio Joe Viola. Capito? Se non avete capito, allora diciamo subito che al resto ci pensano le splendide protagoniste, capitanate da Margaret Markov, di bellezza incommensurabile, destinata a comparire in altri due pregiatissimi esempi di pura exploitation quali "The Arena" e "Black Mama, White Mama" in coppia con Pam Grier, quasi sempre in bikini o topless e mai in nudo integrale (secondo i dettami del Boss). 


Tuttavia sarebbe ingiusto e inappropriato citare solo la Markov nel poker delle protagoniste, perchè tutte riescono a bucare lo schermo e vivere di vita propria, almeno nei limiti di una produzione di genere, quindi Andrea Cagan, Rickey Richardson (l'amazzone nera) e Laurie Rose (l'unica impegnata in una scena di violenza con il mitico Charles Dierkop) sono qualcosa in più del solito contorno e funzionano senza inceppare il meccanismo oliato da Viola, non proprio un talentaccio, ma un onesto mestierante da drive-in. Sparatorie, scene di seduzione, parentesi comiche e violenza sullo sfondo delle Filippine. Tutti gli ingredienti che piacciono a grandi e piccini. La pellicola funziona pure come una sorta di prequel per il successivo "Black Mama, White Mama", più o meno, con la Markov che decide di rimanere a fianco dei rivoluzionari, mandando affanculo l'establishment e chiudendo il cerchio. Vabbè. Cofanetto con Mulargia e Di Silvestro. Io ho solo la vhs. INTERPRETI: Margaret Markov, Andrea Cagan, Rickey Richardson, Laurie Rose, Carmen Argenziano, Charles Dierkop, Zaldy Zshornack, Jose Romulo.




MOTHER'S DAY (1980) Charles Kaufman

$
0
0
Tre ex compagne di college decidono di trascorrere alcuni giorni  nei boschi in pace e tranquillità,  per festeggiare i dieci anni trascorsi dagli  studi.  Male, molto male perchè una famiglia di rednecks degenerata le aspetta per una delirante "festa della mamma".
Diretto dal fratello di Loyd Kaufman (che è produttore associato insieme al compare Michael Hertz) il film è una sorta di balordo rape and revenge boschivo, o meglio, una versione demente di "Un tranquillo week-end di paura" fatta apposta per far inorridire gli amanti del cinema mainstream.
Eh si, perché i due rampolli di famiglia sono stati educati da mamma nel pieno rispetto delle regole e delle tradizioni di casa: violenza, stupro e omicidio.
Le tre fanciulle, dopo essere state brutalizzate a dovere (una morirà per i maltrattamenti subiti) si incazzano di brutto e sterminano l'intera famigliola, compresa la dolce mammina (Rose Ross).
Sporco, malsano e demente quanto basta, la pellicola di Kaufman è  una satira al vetriolo sulla dissoluzione dei rapporti famigliari tanto cara al cinema horror americano: da "Spider Baby" a "The Name of the Game is Kill" fino a "The House of 1.000 Corpses" si chiude  un cerchio.


Si, perchè Rob Zombie"Mother's Day" l'ha sicuramente visto. Vabbè, scrivevo queste quattro righe nel lontano 2010 dopo la visione del Dvd uncut targato Astro. Mi sono riguardato il film grazie al Blu-ray 88 Films e la sensazione di avere a che fare con un film lurido, truce e puzzolente come merda rimane e, anzi, rilancia e si fa certezza. Di certo il film di Kaufmann è un prodotto di pura exploitation di quelli che ti rimangono attaccati anche dopo la visione. Nel senso che la violenza rappresentata, pur nei limiti di una produzione piuttosto cialtrona, è anche troppo realistica e la pennellata di commedia demenziale rende il tutto, se possibile, ancora più morboso. Guardatevi un pò il training montage dei due fratelli sotto gli amorevoli occhi della vecchiaccia e stupitevi pure quando si intuisce che la situazione non è poi così lontana (con tutte le cautele del caso) da "Kynodontas". I due ragazzi semplicemente non conoscono nessun' altra "esistenza" possibile. Il remake di Darren Lynn Bousman, massacrato a destra e a manca dai fighetti del fandom orrorifico, butta tutto sul versante home invasion ma non è affatto male, complice una bellissima Rebecca De Mornay. Blu-ray qui.
INTERPRETI: Nancy Hendrickson, Deborah Luce, Tiana Pierce, Holden McGuire, Michael McCleery, Rose Ross, Robert Collins, Peter Fox, Marsella Davidson.

SHARKANSAS WOMEN'S PRISON MASSACRE (2016) Jim Wynorski

$
0
0


E chi li ammazza questi. Quando sento cazzate varie su"Sharknado" o l'eventuale sdoganamento della SyFy e relativa scoperta dell'acqua calda in ambito exploitation/trash/puttanate mi viene solo da ridere, cazzo. Wynorski e soci vanno avanti da quarant'anni con queste cose. Quaranta. Con il beneplacito di Corman o anche senza. Per cui non deve stupire la presenza su questi lidi di una cosa come "Sharkansas Women's Prison Massacre" che con un titolo del genere riassume mezzo secolo di cinema marginale, senza poi fare vedere un cazzo. La base dell'exploitation, ovvero prima il titolo e poi tutto il resto.


Per farla breve, un'esplosione all'interno di una cava libera dei famelici squali nelle paludi adiacenti (si, vabbè), guardacaso proprio il luogo scelto dai tutori della legge per raddrizzare la schiena a un manipolo di detenute in canotta e pantaloncini, tutte truccate manco fossero in un bordello. Fin qui, tutto bene. Poi arriva Dominique Swain (non più di primo pelo e già avvezza al genere, vedi "Nazis at the Center of the Earth") a liberare la sua bella (Cindy Lucas) e quindi tutte in fuga per essere poi braccate non solo da due agenti speciali, Corey Landis e la mia amatissima Traci Lords, ma anche dagli squali che sono in grado di scavare tunnel nel terreno come le talpe, memori forse dei cugini già visti in "Sand Sharks" (2011) con la figlia di Hulk Hogan.



Il massacro promesso dal titolo, come prevedibile, è solo uno specchietto per le allodole (o per le zoccole) visto che siamo più sul terreno del film action cialtrone con fughe e sparatorie speziato con qualche occasionale attacco degli squali di terra e una spruzzata di erotismo da discount (niente tette, solo un castissimo bagno nella vasca idromassaggio in cui le grazie della giunonica Skye McDonald vengono a malapena celate dal bikini). E poi? E poi un cazzo, si continua così fino al finalissimo ambientato in una caverna sotterranea dove tutti sembrano divertirsi un mondo a sparare cazzate e fare finta di morire crivellati da proiettili inesistenti (è tutto aggiustato in post-produzione).



 Capito? A Wynorski non importa un cazzo di niente, continua dritto per la sua strada fregandosene di riscoperte, rivalutazioni e mode effimere. That's Exploitation, e Jim rimane ancora il Califano del cinema culi e tette e porchetta e salsicce, uno che in tempi non sospetti (o pure sospetti, come volete) se ne usciva con "The Bare Wench Project", "Busty Cops", "The Witches of Breastwick" e l'immortale, intraducibile "Cleavagefield". Tanto il pubblico lo si prende per il culo pure in serie A, con operazioni truffaldine e furbastre degne di tycoon paraculi, basta aggiungere "Cloverfield" ad un indirizzo. Go Jim!!! Blu-ray qui. INTERPRETI: Dominique Swain, Traci Lords, Cindy Lucas, Christine Nguyen, Amy Holt, Skye McDonald, Corey Landis, John Callahan, John Archer Lundgren, Tabitha Marie.




TALK DIRTY TO ME III (1984) Ned Morehead

$
0
0

Vediamo un pò di ripescare qualcosa da un lontano passato, per cui non posso esimermi dal riproporre il mitico"Talk Dirty To Me III" (aka"La parte erotica di una calda moglie" insignito pure de l'AVN Awards nel 1985), che segue i due precedenti capitoli diretti rispettivamente dal grande Anthony Spinelli, ovvero il capostipite del 1980, e da Tim McDonald nel 1982, mantenendo il protagonista principale John Leslie nel ruolo di Jack  e diretto dal Ned Morehead di "Girls of the Night" e "Desperate Women".



Se tutti si ricordano di "Splash-Una Sirena a Manhattan" (1984) di Ron Howard con Tom Hanks e Daryl Hannah, in pochi si ricordano di questa pellicola che racconta praticamente la stessa storia ma con  Traci Lords nel ruolo della sirena e senza tutto il latte e miele versato dall'ex-roscio di "Happy Days", mostrando al pubblico ciò che realmente voleva vedere sullo schermo ma che non ha mai osato chiedere a Hollywood. L'arrapantissima sirenetta Traci finisce nella piscina di un campo nudista (guardacaso) e si innamora follemente dell'aitante Jack, solo che ci sono dei problemi di comunicazione, visto che tutto quello che la dolce fanciulla riesce a proferire è una sequela di "Fuck", "Dick", "Pussy", "Asshole" ad libitum, avendo come maestre delle vere reginette del ballo. Non tutte si divertono a insegnare le parolacce alla sirena, infatti una Ginger Lynn Allen da sturbo prende in simpatia la creatura tentando di spingerla nelle braccia di Jack, non disdegnando di scoparsi il promesso sposo Tom Byron, figlio del grande Jamie Gillis nel film.



Grandi sequenze hard come da copione , e visto il cast di super professionisti della Golden Age of Porn non poteva essere altrimenti, con il compianto John Leslie che subito si scatena con la biondina Rikki Blake (spiati da una nudissima Traci Lords che si dedica all'autoerotismo con i suoi inconfondibili urli a fare da colonna sonora) passando per una strepitosa performance pompinara da parte di Ginger Lynn Allen per poi ritornare alle prodezze di un Leslie in grande spolvero con una statuaria e di bianco vestita Amber Lynn, nel ruolo della Dottoressa Helen Spengler, veramente spettacolare, e se ci si mette pure il grandissimo Jamie Gillis con Susan Hart e Bunny Blue allora la sensazione di trovarsi in uno dei migliori prodotti hardistici del periodo si fa certezza.



E Traci Lords? Visione di ottundente bellezza, è nuda per tutto il film ma si concede a Leslie solamente nel gran finale con trasformazione in diretta e conseguente "squeeze play" e doggy da paura. Dopo il fatidico "cum shot", Traci fugge e si tuffa in acqua, chiedendo a Jack/Leslie di seguirlo. Il quale prontamente si butta. Lieto fine con le ragazze protagoniste che si scoprono tutte quante sirene. Si tratta pur sempre di una favola. Quando tutta la storia relativa alla minore età della Lords saltò fuori, il film fu pesantemente rimaneggiato; tutte le scene con la protagonista originale furono sostituite da sequenze con Lisa DeLeeuw nel ruolo della sirena (girate in video e non in 35mm come l'opera originaria) e la riedizióne rititolata come "The All New Talk Dirty To Me Part III" con Ginger Lynn Allen in copertina al posto della Lords. Comparsata della bella Laurie Smith come nudista e di Peter North. Sceneggia e produce lo specialista Jerry Ross con la Dreamland, già autore di "Kinky Business" e"Sister Dearest" con Traci. Che dire, consigliatissimo. Thanks, Ginger. Thanks, Traci. E sempre e comunque grazie Annette. VHS ex-noleggio della Preziosa Video e per l'import (ovviamente) cofanetto imperdibile della Alpha France, PAL, ratio 1.33:1, traccia inglese e francese, contenente pure "Breaking It" (1984) di Svetlana Marsh e "Sister Dearest" (1984) di Jonathan Ross. INTERPRETI: Traci Lords, John Leslie, Ginger Lynn Allen, Jaime Gillis, Tom Byron, Amber Lynn, Bunny Blue, Susan Hart, Colleen Brennan, Peter North, Laurie Smith, Lisa DeLeeuw (recut version).







ZATTERE, PUPE, PORCELLONI E GOMMONI (1984) Robert Butler

$
0
0


Con questo"Up The Creek" (1984) ovvero "Zattere, Pupe, Porcelloni e Gommoni"andiamo (o meglio, vado) a sbattere contro un caposaldo della mia gioventù sprecata, cioè le commedie goliardiche che tanto mi attiravano al cinema grazie e soprattutto a titoli e locandine che sembravano promettere sconcezze e zozzerie come se piovesse, quindi il danno era bello che fatto.



Qui, per entrare nello specifico, siamo alle prese con un prodotto ibrido, il risultato di una operazione chirurgica volta a creare un "mostro di Frankenstein" con pezzi presi da "Animal House", "Porky's" e "The Cannonball Run". Non a caso i protagonisti principali sono nientemeno che Tim Matheson (Otter in "Animal House"), Dan Monahan ("Pipino" Morris nella saga di "Porky's") e Stephen "Sogliola" Furst, indovinate da quale film. Non che mi fregasse qualcosa dei protagonisti maschi. La promessa era una bionda in bikini su un gommone e "Zattere..." cercava di mantenerla con le grazie (poco esposte) della bellissima Jennifer Runyon, che molti ricorderanno all'inizio di "Ghostbusters". Bei tempi, bastava un'ideuzza venuta molto probabilmente a Sam Z. Arkoff (che produceva) e via di green light per la sceneggiatura di Jim Kouf, uno interessante, già autore di "The Boogens" e "Class" e futuro sceneggiatore di "L'Ammiratore Segreto" e "Sorveglianza Speciale". Con questo cappellone (in senso introduttivo) non voglio dire che "Up The Creek" sia un capolavoro nel suo genere o una gemma dimenticata e sottovalutata. Anzi. Siamo più in territorio "senza infamia e senza lode" che dalle parti del cult movie tout-court, sebbene ad una più attenta visione (si, vabbè) il desiderio di rivalutarlo abbia preso il sopravvento rispetto ad una più severa disamina critica. No, ve sto a raccontà un sacco de fregnacce. "Zattere..."è quello che è, una pellicola derivativa che più derivativa non si può, salvata dalle performances di Tim Matheson e del cane Chuck The Wonder Dog, godibilissima ma assolutamente innocua nella sua leggerezza, voluta ed esibita, ma lontana anni luce dai prototipi ai quali si "ispira". 




Il plot, semplicissimo, è un pretesto per fondere l'umorismo da "college romp" con il genere "Wacky Races", mettendo un manipolo di zoticoni (gli improbabili universitari Matheson, Monahan, Sandy Helberg e Furst, praticamente un copia-incolla di Bluto Blutarsky) nelle condizioni di gareggiare in una farlocca"raft race", con tutte, ma proprio tutte le complicazioni del caso, militari imbecilli mutuati da"Stripes" compresi. Quindi, nulla per cui strapparsi i capelli, ma un'occasione per vedere sullo schermo una parata di volti noti e meno noti quai James B. Sikking, Robert Costanzo e il mitico John Hillerman di Magnum P.I. nel ruolo del rettore della Lepetomane University



E qui torniamo all'inizio. Se"Porcelloni"è un richiamo piuttosto preciso che lascia spazio a pochi dubbi, la "quota" di carnassa esposta in "Up The Creek" risulta deludente e forse pure una presa per il culo, tenuto conto della presenza di un figone da paura come Jeana Tomasina (o Tomasino), Playmate of the Month del novembre 1980. Non a caso il regista è quel Robert Butler, autore di una valanga di serie TV (Emmy per "Hill Street" nientemeno) ma anche de "Il Computer con le scarpe da Tennis" e "Spruzza, Spara e Sparisci", che non è un hard ma un produzione Disney  con Kurt Russell. Certo, è pure vero che non si può (o non si poteva) avere tutto e per l'educazione sessuale ai tempi c'erano pure i fumetti Squalo. Blu-ray qui. INTERPRETI: Tim Matheson, Jennifer Runyon, Stephen Furst, Dan Monahan, James B. Sikking, John Hillerman, Jeana Tomasino, Sandy Helberg, Julie Montgomery, Blaine Novak, Jeff East.






NEIGHBORHOOD WATCH (2005) Graeme Whifler

$
0
0

Se vi piacciono i film in cui dei poveri sprovveduti vengono presi di mira da gentaglia della peggior specie, dovreste sguazzare come maiali nella merda in questo, sublime, "Neighborhood Watch"aka"Deadly End" di Graeme Whifler, autore che posso solo tentare di definire con le parole "pazzo" e "fottuto", tanto per rendere l'idea. O per non renderla affatto. Insomma, lui è quello che ha scritto "Dr.Giggles", ma vi consiglio di dare un'occhiata ai suoi video per The Residents e Renaldo and The Loaf, soprattutto l'ultimo che ha parecchie cose in comune con questo lavoro, rimasto il suo primo e unico lungometraggio.



Bob (Jack Huston da "Boardwalk Empire") e Wendi (Pell James, sull'orlo di una crisi di nervi)  si sono appena trasferiti nella loro nuova casetta. Nuovo lavoro per lui, nuova città, latte e miele, baci e abbracci e tanto sesso. Fin qui, tutto bene. Quello che va meno bene è che il vicinato sembra essere un covo di personaggi non proprio sani di mente. Forse pericolosi. La bella e bionda Wendi viene importunata dal tecnico della luce che, una volta respinto, le piscia sul muro prima di andarsene. Una coppia di vecchie cariatidi (il grande Terry Brecker e consorte) si schianta con la macchina sul vialetto senza dare alcuna spiegazione. Lo stesso isolato appare come un campo di battaglia in cui gli alberi sono morti o avvelenati. Veramente un posto del cazzo. Ma i due sposini non hanno ancora visto nulla. C'è un vicino in particolare che li ha presi sotto la sua ala protettiva e non tarderà a dimostrare loro tutto il suo affetto con regali molto particolari.Ora, se state pensando ad una versione peggiorativa di "The 'Burbs" di Joe Dante, avete ragione, ma quello che Whifler riesce a mettere in scena è pura farina (o almeno speriamo sia farina e non qualche altra cosa) del suo sacco, un incubo nero e grottesco che più va avanti più si trasforma in un delirio con punte di disgusto e follia veramente degne di nota.



Si sorride in "Neighborhood Watch" ma non si ride. Guardate un pò quando Adrien Trumbull (un grandissimo e untuoso Nick Searcy, da "Justified") regala ai due giovani vicini una scatola di cioccolatini corretti con lassativo per cavalli che scatena una improvvisa e sconquassante corsa al cesso e non vorrete più accettare un cazzo di regalo da nessuno. Il ghigno malefico è proprio dietro l'angolo, ma la povertà e lo squallore dei mezzi e delle locations, in questo caso sono valore aggiunto e Whifler sa bene come giocare con lo spettatore, divertendolo e disgustandolo più o meno nello stesso tempo. Non è poco. Almeno per me, perchè non so a quanti possa piacere questo approccio "terroristico" e destabilizzante, soprattutto nel finale in cui il regista punta gli elementi a sua disposizione sul "prendere" e "lasciare" con un'orgia di automutilazioni e chirurgia fai da tè. Io prendo e considero "Deadly End" o come cazzo lo volete chiamare, uno dei migliori film degli ultimi dieci anni e Nick Searcy uno dei villain più detestabili e tristi che abbia avuto la fortuna di vedere. Al di là di una confezione apparentemente sciatta e televisiva. Non sarà certo un caso se al montaggio troviamo un certoDavid Rawlings. Dvd qui. INTERPRETI: Jack Huston, Pell James, Nick Searcy, Terry Becker, Anina Lincoln, James Kayten, Meredith Morton, Eileen Dietz.






UN LIEBSTER OSCENO

$
0
0


Non ho mai avuto molta dimestichezza con i riconoscimenti del web, anche perchè non ne ho mai ricevuti. Devo però ammettere che mi ha fatto molto, molto piacere ricevere questo Liebster Award da Ivano Landi, che non mi aspettavo per un cazzo. Quindi, il piacere è stato doppio. Poi, non si può sempre fare gli orsi. Per cui ecco qua un bel Liebster Award.



Vediamo di fare le cose per bene (più o meno) senza farsi sempre riconoscere.

1) Dunque, il primo punto prevede il ringraziamento per la nomination e ripeto la battuta per quelli del loggione: mi ha fatto molto piacere essere citato da Ivano Landi, quindi grazie infinite. Per me è stato un vero onore, senza scherzi.

2) Per il blog da promuovere, che dire, non ne ha sicuramente bisogno, ma seguo da anni "I'm in a Jess Franco State of Mind" di Robert Monell. Il titolo parla da solo.

3) Rispondo alle domande di Ivano:

1. Tra le culture extra-europee tuttora esistenti nel mondo quale vi attrae di più?

Tutto quello che ha fatto Castaneda, più o meno. Ma i Deadheads valgono?

2. A istinto, quale pensate che sia il vostro spirito animale o animale-totem?

Devo rispondere per forza il gatto. Anche se sospetto sia lo stercorario.

3. Qual è la vostra poesia del cuore, se ne avete una?

Non ne ho una.

4. Qual è la vostra canzone del cuore?

Ahi, ne ho un botto. Direi "Ripple" dei Dead.

5. Quale sarà la prossima rockstar a tirare le cuoia nel 2016?

Già c'è stata una strage. Non so, spero non sia John Carpenter (anche se non vale) perchè devo andarlo a vedere a Torino. Speriamo.

6. Domanda tris: l'ultimo libro che avete letto? Quello in corso di lettura? Il prossimo che avete in programma di leggere?

Ho riletto con grande goduria "Maledizione Fatale" di Skipp&Spector. Sto leggendo "Live Girls" di Ray Garton e poi "Best New Horror" (1990) a cura di Stephen Jones e Ramsey Campbell.

7. Domanda tris n.2: Quale personaggio letterario vorreste aver inventato voi? Quale cinematografico? E quale dei fumetti o cartoni animati?

Vabbè, Max Dembo.Johnny Wadd o Jena "Snake" Plissken.Vampirella o Muttley.

8. Se vi fosse concesso di realizzare un film tratto da un romanzo, quale opera letteraria scegliereste di adattare per il grande schermo?

"Slob" di Rex Miller.

9. Qual è il libro che vi è più piaciuto ricevere in regalo nella vostra vita?

"Il Giovane Holden" e "Come una Bestia Feroce".

10. Per conoscere nuovi blog o blogger mi affido soprattutto a...?

Al caso.

11. Vi trovate, per vostro piacere o penitenza, a volere o dovere indossare i panni della cosplayer. Che personaggio scegliete?

Cicciolina.

4) Scrivere qualcosa su di me. Qui, la facciamo breve. Ho studiato lingue, poi ho cominciato a studiare cinema, mi hanno infilato in una stanzetta a mettere in ordine il girato video per il montaggio, mi sono subito rotto i coglioni da bravo imbecille e mi sono ritrovato a studiare proprio un'altra cosa. Non avessi mai visto "Cocktail" al cinema. Poi ho fatto una serie impressionante di cazzate. Moltiplicate. Ora sono più tranquillo.

5) Anche qui, la faccio breve. Io vado sempre dalle stesse parti, da Nick, Giuseppe, ora da Ivano, da Death, anche se commento poco o mai. Per i blog da premiare, guardate il blogroll. Anche se molti saranno inorriditi. Però devo segnalare per forza Tippy La Hostess, Chiara e Michelle, che mi piacciono un casino.

6) Io non vi faccio domande e voi non mi raccontate bugie. No, vabbè, proprio non lo so.

Thanks!!!












I AM WRATH (2016) Chuck Russell

$
0
0
Il successo a Hollywood è proprio un ciclo della centrifuga e alla fine dei giri si approda o si ritorna sulle spiagge affollate e sporche del cinema di genere, il peggior posto possibile per i critici da salotto e psicanalisti della rete. Ma stiamo divagando, come al solito. Guardate cosa sta combinando il vecchio Bruce. Guardate anche cosa sta facendo Travolta e poi cercate di non visualizzare il bel faccione del prode Nicolas Cage. Non è un nome cacciato così alla cazzo, perchè questo "I Am Wrath" se lo doveva fare lui, Nick, diretto da Friedkin (si, vabbè). 

Quello che è rimasto del progetto è stato poi recuperato da Chuck Russell, non proprio il primo arrivato, e il risultato è praticamente un DTV di quelli senza infamia e senza lode, come i filmetti di 50 cent. Nessun guizzo, nessuna alzata di testa, solo una storiella esile esile che durante la seconda metà degli anni ottanta e fino ai novanta inoltrati avrebbe fatto la gioia di un qualunque eroe del cinema di cassetta, come si diceva una volta. Non mi lamento mai quando si parla di derive del cinema, prendo quello che mi viene dato e a volte sono contento, altre volte rimango basito da certe cazzate improponibili. E' una cosa normale. In questo caso, rimango perplesso, nel senso che questo vengeance movie non è terribile ma neppure una cosa per cui strapparsi i capelli, e ciò può non essere un male, ma a conti fatti, neppure un bene. Mi piacciono molto i film di azione, li ho sempre apprezzati, ne ho visti un fottio (come del resto tutti quelli della mia generazione) e cerco ancora di vederne il maggior numero possibile, ma devo anche ammettere che durante la visione di "I Am Wrath" sono stato colpito da un virulento attacco di rottura di coglioni. Una grave malattia. 

Dunque, Stanley Hill (Travolta, ma che ve lo dico a fare) si ritrova con la moglie (Rebecca De Mornayin versione toccata e fuga) in un parcheggio quando un gruppo di delinquenti li prende di mira, ferendo lui e ammazzando lei. Le autorità al solito non servono a un cazzo per cui Travolta decide di agire per conto suo. Si, solo che si scopre che John è in realtà una specie di ex-killer figlio di puttana con un compare al seguito, Chistopher Meloni (che nel film fa il barbiere), per cui i due non si sbattono più di tanto a fare il culo agli assassini. Segue rappresaglia e una sottotrama fanta-politica che dovrebbe giustificare l'ira biblica del vecchio John, che sembra incazzato quanto l'orso Fozzie, visto che il vero bad ass della situazione è il sempre bravo Chris Meloni, l'unico del cast a sembrare realmente convinto. Fine.

Che cazzo, non mi lamento, ma devo dire che a Russell non frega proprio più un cazzo di niente, anzi, il suo film finisce per essere una cosa così anonima da sfigurare rispetto alle produzioni di Roel Reiné, uno che almeno ci mette del suo quando si tratta di girare cazzate per il mercato video. Tutto il contorno di mazzate, sparatorie, coltellate che pure è presente, rimane così soffocato da una regia veramente svogliata e priva di pathos da sfiorare quasi il masochismo. Non terribile, però che palle. E meno male che non volevo lamentarmi.  Vabbè, Bluray qui. INTERPRETI: John Travolta, Christopher Meloni, Amanda Schull, Rebecca De Mornay, Sam Trammell, Luis da Silva.




ROAD GAMES/RABID DOGS (2015)

$
0
0
Road Games (2015) Abner Pastoll

Rapida segnalazione per questo "Fausse Route" di Abner Pastoll, visto qualche mese fa in VOD e di prossima distribuzione in BluRay. Se in un film c'è Barbie Crampton, io non posso che rispondere alla chiamata, per cui "Road Games" (che non è il remake del film di Franklin del 1981 con Jamie Lee Curtis e Stacy Keach) si è materializzato sul televisore con grande soddisfazione del sottoscritto. Insomma, mi è piaciuto molto, pur avendo un sacco di difetti che immagino potranno dare parecchio fastidio. Il film di Pastoll è un bigino di suggestioni e atmosfere riconducibili al cinema di genere anni settanta (francese e non, senza dimenticare l'Aja di "Haute Tension") per cui potrà essere apprezzato o odiato in egual misura. Non si tratta di un capolavoro, ma la storia dei due autostoppisti capitati per caso (oppure no) in una grande villa misteriosa, è materiale in grado di suscitare la mia attenzione per tutta la sua durata, pur avendo a che fare con un tema già raccontato fino al rincoglionimento. Manca forse una risoluzione finale che sia all'altezza delle premesse, ma chi cazzo se ne frega. Molto brava (e molto figa) Joséphine de La Baume, mentre la vecchia Barbie fa ancora la sua porca figura, spalleggiata dal grande Frédéric Pierrot, tanto che il protagonista Andrew Simpson finisce per fare un pò la fine del tonno. Vabbè. Interpreti: Barbara Crampton, Frédéric Pierrot, Joséphine de La Baume, Andrew Simpson, Féodor Atkine, Pierre Boulanger.







Enragés/Rabid Dogs (2015) Eric Hannezo

Questo è il remake di "Cani Arrabbiati" del Sor Bava. Quale ardire. Non sono tra quelli che maltrattano i rifacimenti per partito preso, non ho voglia e non me ne frega un cazzo (eccezioni a parte) per cui il "Rabid Dogs" di Hannezo non verrà massacrato tanto per fare. Alla fine è un film di rapina e fuga dignitoso, per nulla sciatto o indecoroso, servito da un reparto tecnico all'altezza della situazione, nel senso che non sembra un direct to video che viene via a un euro al cartone. Bravi Lambert Wilson e Virginie Ledoyen nei ruoli che furono di Cucciolla e Lea Lander, mentre dove "Rabid Dogs" scricchiola è proprio sui protagonisti, tre manzetti che risultano (almeno a me) parecchio fastidiosi. Non si può avere tutto e Hannezo dimostra un buon mestiere, anche se viene a mancare tutto il disagio, il caldo insopportabile e la claustrofobia dell'originale. Ma proprio tutto. Bluray qui. Interpreti: Lambert Wilson, Virginie Ledoyen, Guillame Gouix, Francois Arnaud, Franck Gastambide, Laurent Lucas, Mégane Lemée.





Viewing all 102 articles
Browse latest View live